Architettura

La chiesa presenta una pianta ottagonale ad aula unica. Poiché la preesistente chiesa dei santi Michele ed Egidio fu interamente demolita; i progettisti non furono assillati dalla trasformazione di un edificio pre-esistente, ma poterono ideare la nuova chiesa liberi da qualsiasi condizionamento. Ci spieghiamo così il fatto che la facciata sia posta a 90° rispetto all’asse della chiesa, in quanto la mancanza di spazio non permetteva la realizzazione di una vera facciata.

Siamo alla presenza del primo edificio sardo concepito secondo una precisa concezione barocca. Se dovessimo indicare l’area prevalente di ispirazione del barocco di S. Michele, osservando l’origine degli architetti e dei provetti maestri che vi infusero la loro abilità artistica, non possiamo non riconoscere un forte influsso genovese e lombardo.

Attorno all’aula centrale si aprono a corona sia le tre cappelline intercomunicanti, sia le due grandi cappelle intermedie; che di fatto sostituiscono il transetto, la cui assenza caratterizza la maggioranza delle chiese gesuitiche sarde. Questa soluzione, tipicamente barocca, ha permesso di unire croce latina e croce greca; ottenendo una spaziosa aula, in cui si innesta la maestosa cappella presbiteriale, leggermente sopraelevata.

Sebbene la costruzione e le rifiniture della chiesa abbiano richiesto tempi lunghi di esecuzione (quasi ottant’anni), nondimeno si constata un disegno unitario nella disposizione degli spazi, che manifestano l’applicazione di un unico disegno progettuale. Si consideri che tutti i progetti edilizi gesuitici venivano sottoposti alla approvazione della Curia Generalizia. Per quanto la chiesa sia stata costruita secondo i dettami del “modonostro gesuitico”, ciò non ha comportato la scelta di un particolare stile architettonico, bensì la ricerca di una funzionalità liturgica unita alla economicità decorativa.